Bonjour,
d’abitude mes conationals (males) n’aiment pas leurs cousins d’outre- alps ni encore moins les armes de leur production; c’est pour ça que avec ma grande surprise je vien de lire dans ce lien des appréciations élogieuses sur le MAS 36.
L’auteur ne dit pas que pour les raisons qu’il a constaté dans son essai le MAS 36 est devenu le père du FR-F1 mais enfin…
Pour moi et pour mes camarades d’antan, cet outils, dans ce temps-là encore en production, etait un compagnon des marches, des bivouacs et aussi des tirs à 200 mètres, pas à 100 mètres comme a tiré l’auteur de l’article.
PS Je m’excuse pour le texte en italien mais google traducteur aide.
https://www.co-ex.it/balistica_detail/2/APPUNTI-DI-TIRO-IL-MAS-1936/
In genere, quando si pensa ad armi ex-ordinanza dalle grandi doti di precisione, solitamente si pensa subito al fucile 1903, ai vari Mosin-Nagant finlandesi o ai finissimi Mauser fatti per il Sud America ecc. Credo che a nessuno di noi verrebbe in mente un fucile anonimo e nemmeno troppo affascinante come il MAS 36. Probabilmente nessuno gli darebbe un centesimo in quel senso. Salvo poi doversi ricredere.
Quando un amico ne portò a casa uno, qualche mese fa - un fondo di armeria sporco e vissuto - non mi scatenò nessuna particolare aspettativa. Non insistetti certo per provarlo. Tuttavia, quando lui lo provò al poligono utilizzando munizioni commerciali (le PPU comprate appositamente per provarlo), rimase abbastanza sorpreso dal fatto che la rosata fosse decisamente più stretta di quella che era abituato a vedere con altri fucili già in suo possesso. Mi chiese se volessi provarlo io, giusto per valutare se fosse stato un caso o altro.
Il 7.5x55 francese è una sorta di via di mezzo tra il .308 Winchester e il 7.5x55 Swiss. Anch’esso usa palle diametro .308, le dimensioni del bossolo sono molto simili al calibro svizzero, mentre le dosi di caricamento si aggirano su una via di mezzo tra i due, al punto che per determinare le dosi da usare, data la pressoché mancanza di tabelle specifiche per il calibro, mi sono barcamenato tra le medie del primo e le minime del secondo.
Come fa un simile fucilino corto a possedere una precisione tale da non farlo sfigurare di fronte ad un M39 o uno Springfield 1903? A parer mio, a parte essere camerato per una ottima munizione, la carabina francese possiede degli organi di mira estremamente validi. Traguardando nel foro della diottra infatti, l’obiettivo va a collimarsi all’interno del cerchio del proteggi mirino che crea un effetto ottico che non ha nulla da invidiare a quello di una diottra da tiro. Questo permette una messa a fuoco ottimale del bersaglio senza stancare minimamente l’occhio, anche sparando per tempi prolungati. Il sistema di mira è, tuttavia, anche il principale handicap dell’arma, in quanto non avendo il mirino regolabile, correggere eventuali errori di deriva senza disporre del set di rampe in dotazione agli armieri da campo risulta difficilissimo se non impossibile. Altri punti di forza dell’arma sono un grilletto con scatto molto buono e la volata ribassata di circa 1 cm. Questo accorgimento, pensato per favorire il lancio delle granate da fucile, ha come effetto secondario una minore esposizione del vivo di volata a danni e usura che potrebbero compromettere la precisione del fucile.